Abbiamo deciso di iniziare questa avventura quasi senza pensarci. I servizi sociali del Comune di Modena, che già ci conoscevano per una precedente esperienza di affido che avevamo vissuto con Nexhe, un ragazzo di 17 anni proveniente dall’Albania, ci hanno contattato per proporci di accogliere una ragazza di 15 anni. Noi prima ancora di prendere seriamente in considerazione la proposta, quasi per gioco abbiamo chiesto ad Anita e Sara Luce, di 7 e 4 anni, cose ne avrebbero pensato di accogliere nella nostra famiglia Katerina, ragazza di 15 anni, e la loro reazione è stato un esplosivo SIIIIIIIII!!!!! pieno di entusiasmo, con tanto di piedini che saltavano sul letto. Ci siamo guardati, e abbiamo deciso di prendere seriamente in considerazione la proposta. Era giugno del 2016, e il 6 settembre è arrivata a casa nostra Katerina, 15 anni, albanese, una ragazza forte, determinata, simpatica e con un sorriso disarmante. Dal primo giorno la bambine hanno deciso che lei era la loro sorella più grande. E nei fatti così è stato. Giorno dopo giorno abbiamo costruito la nostra relazione con lei, che non ha faticato a farsi voler bene ed inserirsi nella famiglia. Sicuramente ci ha facilitato la sua capacità nel parlare la nostra lingua, cosa che ha accelerato il nostro percorso di incontro, di conoscenza. Poi il tempo ha fatto il suo lavoro, le relazioni sono maturate, dalla soggezione iniziale si è piano piano passati ad una confidenza sempre maggiore, sino ad arrivare all’intimità propria di ogni famiglia, dove le cose che ci si devono dire ci si dicono , anche con fragore se serve o scontrandosi se non si è d’accordo, ma sempre dando per scontato che la relazione forte c’è, ed esiste a prescindere.
A metà settembre Katerina ha iniziato la scuola. Era stata iscritta all’Istituto tecnico alberghiero ancora prima che arrivasse da noi. Ha intrapreso il suo anno scolastico, come tutti i suoi coetanei, e con tenacia ha affrontato le difficoltà iniziali con alcune materie e con i tecnicismi di una lingua che ancora stava imparando, superandole brillantemente. Oltre a questo è entrata a fare parte del gruppo AGESCI di Nonantola, e partecipa volentieri alle attività della sua squadriglia. A guardarla oggi quasi non ci si crede che poco più di un anno fa è arrivata a Modena da sola, a qualche giorno dal suo quindicesimo compleanno, senza parlare una parola di italiano. Ci capita spesso di pensare come sarebbe andata se fosse rimasta in una comunità, se non avesse avuto la possibilità di proseguire la sua crescita e maturazione in una famiglia, dove viversi anche la dimensione affettiva e intima delle relazioni, dove è possibile dare una attenzione specifica a lei al suo percorso, alla strada che sta facendo e dove sostenerla nel progettarsi un futuro. A dire il vero non sappiamo come sarebbe andata...sappiamo solamente che così come è andata è andata benissimo.