Io e Gianluigi abbiamo sempre sentito il desiderio di vivere un’esperienza di accoglienza e quando si è presentata la possibilità di accogliere un minore straniero non accompagnato ci siamo informati: ci è sembrata una bellissima opportunità, nonostante avessimo già Martino e Mattia. Ci siamo immersi in questa esperienza bellissima e lo abbiamo fatto per i nostri figli, per dargli un messaggio concreto di accoglienza, un insegnamento che vada al di là delle parole. Siamo stati molto fortunati, perché “l’accoppiamento” con Adam è stato da subito ben riuscito. Abbiamo trovato molte affinità e ci siamo amalgamati molto bene, senza avere alcuna difficoltà.
“La casa sarà abbastanza grande?”
“Avremo abbastanza tempo per occuparci di lui?”
“Riusciremo a conciliare i tempi della vita lavorativa e familiare”?
Sono queste le principali domande che ci siamo posti, anche se Lucia, una mamma che stava già vivendo questa esperienza, mi aveva rassicurato sul fatto che le paure sarebbero da subito scomparse, e così è stato. Da quando è arrivato Adam nella nostra famiglia, non ho mai più pensato che fosse difficile la gestione dei tempi, delle differenze culturali e alimentari. Non ci siamo sentiti privati di niente, da quel momento ad oggi per tutti quanti è stato solo un arricchimento. Martino, che ha tre anni, stravede per Adam che è il suo fratellone grande, insieme a Mattia.
Adam ha 19 anni e viene dal Gambia. Con Martino e Mattia è molto gentile e affettuoso, si è creata questa alchimia fortunata. Martino lo aspetta per giocare, racconta di lui a scuola. Siccome Adam sta frequentando la scuola guida, l’altro giorno mi ha chiesto “mamma, Adam ha preso la patente?”. E poi si vuole sempre mettere le scarpe da calcio, come Adam, ha chiesto che gli comprassimo la maglietta da calcio come la sua. Tutti insieme andiamo a vedere le partite di calcio di Adam, a giugno siamo stati al mare e insieme abbiamo seguito tutte le partire dei mondiali.
Per me Adam è come un figlio, ci siamo subito affezionati a lui, anche perché ha un carattere simile a me e Gianluigi. E’ educato, pacato, disponibile, determinato, ha in testa obiettivi che vuole raggiungere e va dritto per la sua strada. Con lui non ci sono mai stati problemi, lo stimoliamo casomai ad uscire di casa, insieme ai suoi amici, perché tendenzialmente è tranquillo, gli piace stare in casa per studiare e fare sport. Ma in quanto alla convivenza in casa, e alle regole da rispettare, non c’è mai stato bisogno di “riprenderlo”. Si è integrato subito con la nostra famiglia, con i nostri ritmi e la nostra quotidianità, è sempre una bellissima collaborazione e se dobbiamo fare le pulizie di casa, ad esempio, le facciamo assieme o ci alterniamo quando ci sono difficoltà.
Siamo diventati un punto di riferimento per Adam, ci ascolta molto pur essendo molto determinato sulle sue opinioni. Martino dice continuo che lui andrà in Gambia, se gli chiedi “Martino, dove andiamo oggi?” lui risponde “Andiamo in Gambia, mamma!”. E questa cosa mi fa ridere tantissimo, all’asilo ha chiamato il coniglietto “Gambia” e tutti i bambini si sono innamorati di questa parola. Adam e Martino sono molto affettuosi l’uno con l’altro: si abbracciano e Martino dice che vuole la pelle nera come lui.
Adam è molto molto impegnato. Vorrebbe fare l’operaio. Per molti ragazzi come lui questo lavoro è un obiettivo, perché avere orari fissi, abitudini, sicurezze, è molto importante. Ora sta studiando per prendere la patente e la licenza media, fa sport e gioca nella prima categoria a calcio, si allena molto. Fa anche volontariato presso l’emporio sociale Portobello, io e Gianluigi lo abbiamo spinto a farlo in un momento in cui era meno impegnato, per potersi confrontare con altri adulti.
Di WelcHome avevo sentito parlare, come famiglia siamo molto attenti a questo genere di iniziative e vorremmo proseguire anche con affidi tradizionali, ci sentiamo portati per questa strada, crediamo sia arricchimento per tutti. Il progetto WelcHome è davvero ben strutturato, ci siamo trovati molto bene come accoglienza, con l’assistente sociale e la psicologa, ed è molto bella la rete delle famiglie che aderiscono al progetto, ci sosteniamo a vicenda. Ad esempio? Abbiamo festeggiato il compleanno di Adam in pizzeria, insieme alla famiglia di Pierina, Edorardo e Hadi. Con le famiglie cerchiamo di fare comunità ed è molto bello che questi ragazzi abbiano dei punti di riferimento, un sostegno per lo studio e per la ricerca del lavoro.
Vorrei dire a tutti quanti che WelcHome è una bellissima esperienza di vita: vorrei rassicurare sul fatto che “questo estraneo” che pensi di ospitare, diventa immediatamente - almeno così è stato nel nostro caso – parte della famiglia, come se lo fosse da sempre.
Alessia