Il progetto Welchome prevede una durata minima di sei mesi, rinnovabili sulla base delle esigenze e della volontà dell’ospite e dell’ospitante.
I ragazzi che concludono un’esperienza in famiglia in genere sono maggiorenni, inseriti nel mondo del lavoro: possono quindi essere accompagnati verso una vita autonoma, affittando per esempio una stanza in un appartamento condiviso con altri ragazzi.
Anche in questa fase di chiusura e separazione sia la famiglia che il ragazzo ricevono il supporto dei professionisti del progetto Welchome.
Le famiglie vengono selezionate attraverso una serie di colloqui, condotti da un’assistente sociale e una psicologa, finalizzati a conoscere le caratteristiche del nucleo o del singolo e a fornire un’adeguata formazione rispetto al tema dei minori stranieri non accompagnati.
L’abbinamento viene effettuato dall’equipe formata da assistente sociale e psicologa, tenendo conto di tutte le caratteristiche e le esigenze della famiglia e del ragazzo, apprese durante i colloqui preliminari. Non è possibile fare una scelta, ma si prenderanno comunque in considerazione tutti gli elementi emersi nella fase di conoscenza.
L’abbinamento viene effettuato dall’equipe formata da assistente sociale e psicologa, tenendo conto di tutte le caratteristiche e le esigenze della famiglia e del ragazzo, apprese durante i colloqui preliminari
Come in ogni relazione può succede che qualcosa non funzioni come avremmo sperato, è dunque possibile interrompere il progetto prima delle scadenze stabilite. L’assistente sociale e la psicologa sono però a disposizione per attivare un supporto maggiore e una mediazione qualora insorgessero conflitti e incomprensioni.
Gli ambiti in cui i ragazzi possono avere bisogno di aiuto sono l’apprendimento della lingua italiana, l’aiuto con la scuola, con i documenti, nella realizzazione di un curriculum e nella conseguente ricerca di un lavoro, nello studio per la patente.. Ma più di tutto sono ragazzi che possono beneficiare di una relazione positiva e di fiducia.
No, il reddito non è una discriminante. Per le esigenze del ragazzo il Comune eroga un contributo economico alle famiglie aderenti al progetto.
I tempi del progetto vengono sempre decisi insieme, in base alla valutazione del percorso e delle esigenze della famiglia e dell’ospite.
La casa che ospita il ragazzo non deve avere caratteristiche particolari, ma è preferibile la presenza di una stanza per l’ospite, che possa essere soltanto sua.
I ragazzi frequentanto la scuola di italiano, il CPIA, che offre corsi di diverso livello, oltre al corso per il conseguimento della terza media e alcuni percorsi laboratoriali. La maggior parte dei ragazzi sono già inseriti anche in un percorso scolastico o di formazione professionale. Altri possono svolgere tirocini o essere alla ricerca di un lavoro. Alcuni sono inseriti in società sportive o in percorsi di volontariato. Spesso si incontrano con i loro amici e trascorrono molto tempo al cellulare, nella ricerca spesso di un contatto con le loro famiglie e i loro amici del paese di provenienza.